Dolce di Natale

Questo post è pensato per chi ama il panettone, ma non canditi e uvette e, come me, ha deciso di farselo da solo il dolce di Natale.

Avviso da subito che questo dolce con questi ingredienti è adatto ai vegetariani, ma di certo non ai vegani oppure a chi ha intolleranza al glutine. Stavolta va così. Di solito sono più attenta a queste tematiche, ma sebbene la mia dieta sia normalmente % vegana con glutine più contenuto rispetto alla norma, in questa occasione ho voluto replicare in modo molto vicino il dolce a cui siamo abituati, modificandolo secondo i miei gusti e dividendolo con la mia golosa e buongustaia amica Morena, in modo da allietare le reciproche feste nonostante il Covid, in modo sano e senza esagerazioni.

Non si tratta certo di una preparazione veloce e ammetto che se non avessi avuto la collaborazione della mia piccola planetaria, nemmeno mi sarei cimentata. E’ un po’ laborioso, è vero, ma non avete idea di quanto sia divino il risultato finale – vale la pena, garantito! E’ lungo, ma di certo non difficile e mica dovete stare lì a guardare l’impasto. Lo lasciate lievitare in 3 round diversi, l’ultimo per tutta la notte, ma fate altro, no?

Iniziamo. La ricetta, seppur semplificata, prevede comunque la biga più 3 impasti, quindi 4 fasi, oltre alla cottura, nell’arco di 2 giorni. Fate lievitare in ambienti privi di correnti d’aria o sbalzi di temperatura, meglio se a circa 25/28 gradi, per esempio a forno spento ma fatto scaldare per circa 1 minuto a 150 gradi prima di inserire l’impasto da lievitare. Spegnete ed inserite il contenitore con l’impasto – io ho usato sempre il contenitore della planetaria, lavando i ganci dell’impasto tra una seduta e l’altra.

Io non ho usato, né ritengo necessario usare, formine/teglie particolari, né ingredienti complicati. OCCORRE, PER UNA VITA FACILE, PERO’, LA PLANETARIA SIA CON GANCIO A FOGLIA CHE A UNCINO.

Un normalissimo stampo rotondo con lati alti almeno 4/5 cm andrà benissimo. Se è più alto, meglio, ma non indispensabile e non occorre acquistare nulla per un dolce fatto una volta. Vorrà dire che verrà un dolce largo e non particolarmente alto. Non so voi, ma io lo mangio lo stesso 🙂 Chiaramente, più alti saranno i bordi, più verrà un dolce simile al panettone anche nella forma, ma il sapore qui, sebbene manchino canditi e uvette, è molto simile al panettone vero, solo molto più buono! E voi potrete sostituire gli ingredienti seguendo il vostro gusto – e ci mancherebbe…

INGREDIENTI

450/500 gr di farina Manitoba (o altra farina “forte”. Io ho preso la 1, quindi non quella totalmente bianca, e già per me è un’eccezione rarissima usare queste farine)

100 gr di zucchero di canna

50 ml di miele (acacia o castagno o come vi piace)

150 gr di nocciole del Piemonte tritate grossolanamente

50/70 gr di crema/burro di pistacchi (meglio se autoprodotto)

100 gr di cioccolato fondente all’85% tritato a pezzetti grossolani

mezzo bicchiere di brandy

6/7 gocce di puro olio essenziale di arancia dolce

3 uova (a temperatura ambiente)

100 gr di burro (lasciato a temperatura ambiente almeno 8/10 ore prima dell’uso)

25 gr di lievito in polvere (misto di lievito madre e lievito di birra – se ne usa il 10% del quantitativo della farina di solito, ma, per questo dolce, ne occorre circa metà del normale per via delle lunghe lievitazioni – se usate il normale lievito di birra secco, quindi, ne userete metà bustina. Se usate il lievito di birra fresco, circa 6 grammi saranno sufficienti)

circa 80/100 ml di latte a seconda di quale farina avrete usato (va bene latte normale o vegetale – io ho usato il latte di pistacchi che avevo autoprodotto)

1 cucchiaino di sale

acqua qb

FASE 1 – LA BIGA

40 gr di farina, 25/30 ml di acqua, metà del lievito indicato negli ingredienti sopra e mezzo cucchiaino di zucchero. Impastate, fate un panetto sodo, coprite e lasciatelo lievitare fino al raddoppio, circa 1 ora, 1 ora e mezza.

PRIMO IMPASTO

Mettere nella planetaria la biga, cioè il primo panetto lievitato, e aggiungere 1 uovo, 70 gr di farina, 1 cucchiaino di zucchero, 20 ml di acqua. Impastare bene, fare un altro panetto e lasciare lievitare fino a quando raddoppia di volume, cioé circa 2 ore.

SECONDO IMPASTO

Mettere nella planetaria il panetto lievitato, aggiungere il lievito rimanente, 100 gr di farina, 1 uovo, 10 ml di acqua o latte, 1 cucchiaino di zucchero. Lasciar lievitare fino a quando triplica di volume, circa 3 ore.

TERZO E ULTIMO IMPASTO DA FAR LIEVITARE TUTTA LA NOTTE, CIOE’ DALLE 12 ALLE 15 ORE

Aggiungere al panetto lievitato tutti gli altri ingredienti tranne il burro, che andrà aggiunto a pezzetti e un po’ per volta, lasciando che il gancio a uncino della planetaria (cambiate quello a foglia, che non va più bene) amalghimi bene gli ingredienti durante la fase dell’impasto. Una volta aggiunto tutto, lasciar lavorare bene la planetaria per almeno 5 minuti.

Trasferire l’impasto nel vostro stampo e mettetelo in forno spento ma lievemente precedentemente riscaldato (pochissimo, mi raccomando e NON mettete lo stampo a contatto con fonti di calore per nessun motivo) e dimenticatevene l’esistenza per almeno 12 ore, preferibilmente 15.

Panettone crudo lievitato 15 ore

Al momento giusto, preriscaldate bene il forno ed infornate per 30/45 minuti a 160/180 gradi. Tutto dipende dal vostro forno. Se a metà cottura notate che inizia a colorarsi troppo, copritelo con un foglio di alluminio per non carbonizzarlo in cottura.

Lasciate raffreddare e decidete voi se guarnirlo. Io ho scelto di lasciarlo al naturale. Ed ecco qui sotto una fetta morbida, dalla cottura perfetta e dal sapore incredibile. Costa poco, sapete cosa contiene ed è ottimo. Irresistibile … Si conserva fresco e morbido dai 4 giorni ad una settimana. Durerà così tanto? Io ne dubito…

Buon Appetito!

Pubblicato da Patrizia Trotta

Sono Astrologa, Consulente, Scrittrice e Formatrice con specializzazione in Psicologia Transpersonale, nonché Ricercatrice formata in Inghilterra: PhD Ed. – Dottore di Ricerca, in Scienza dell’Educazione (Transpersonale) * Master of Science in Consciousness and Transpersonal Psychology Bachelor of Science Honours in Psychology Amo molto mangiare e creare buon cibo semplice e sano, più diverse altre cose che abbracciano l’Autoproduzione, che fa parte delle tendenze future verso cui sembrano andare diverse persone che desiderano emanciparsi da un sistema soffocante che ci spinge a conformarci per un maggior controllo, ad un consumismo non ecosostenibile, nonché alla separazione tra uomo e natura e tra logica e intuizione invece di promuovere una sana integrazione ed una coscienza risvegliata. La mia area di ricerca preferita è quella relativa allo sviluppo del potenziale umano e la mia grande passione è l'Astrologia in quanto arte pratica. Difatti, ciò che chiarisco sul mio sito dedicato è che prevedere il futuro non è il modo migliore di usare o beneficiare dell’antica arte/disciplina astrologica. L’Astrologia serve bensì principalmente per capire e conoscere sé stessi e per fluire con i venti del cambiamento. Essa è una guida enormemente pratica che ci aiuta a capire quali sono le svolte che l’Anima ci presenta, quando e in quale direzione l’Anima sembra volere che la Psiche cresca.